Un ospite speciale

Una cosa che mi è sempre piaciuto fare è viaggiare. Dalle elementari ad oggi infatti ho sempre partecipato a tutte le gite scolastiche (eccetto solo alcune alle quali non sono potuto andare). Con il passare del tempo poi sono aumentate le opportunità, e dai semplici viaggi d’istruzione sono arrivato agli scambi interculturali, nel mio caso relativamente brevi ma altamente formativi. Essendo stato in Svezia a settembre (non ne ho mai parlato perché non avevo ancora questo blog) ora è toccato a me accogliere in casa il mio rispettivo ospitante svedese per una settimana.
Mi ritengo abbastanza fortunato, dato che ho incontrato un ragazzo, Jonathan, con cui riuscivo con tranquillità a parlare praticamente di tutto, senza problemi e senza mai litigare o rinunciare a discutere. La cosa bella di queste esperienze è che, permettendoti di confrontarti con una cultura diversa, ti aprono la mente senza che neanche te ne accorga. Te ne accorgi poi quando ti rendi conto che gli altri ti stanno osservando con aria di ammirazione e curiosità mentre stai ridendo e scambiando delle battute in inglese!

Me e Jonathan a Roma

Me e Jonathan a Roma

Ho scoperto quanto Jonathan fosse sveglio e riflessivo. Quando ero in Svezia ho fatto poca attenzione a lui, sia perché avevo meno confidenza, sia perché ero preso continuamente dalla voglia di conoscere quei posti, così uguali ma anche così diversi dai nostri. Ora invece mi ha fatto notare tante piccole cose che sono comuni a noi italiani ma non a loro, ad esempio si è stupito di come non ci fosse neanche una casa in legno ma fossero tutte in cemento, così come si è stupito della presenza dei numerosi terrazzi e non dei tetti spioventi, molto frequenti dalle sue parti per via del clima.
Nel corso della settimana abbiamo aderito alle gite previste dal programma, oltre ad aver svolto attività di svago come dipingere o giocare a basket. Le gite più interessanti sono state quella a Pompei, dove abbiamo visitato gli scavi della città distrutta dal Vesuvio, e quella ad Alberobello, dove ci siamo divertiti a scattarci le foto fra i trulli, le costruzioni locali che caratterizzano il paese. Quando non erano previste gite siamo stati comunque sempre impegnati in qualcosa, ad esempio abbiamo assistito ad un corso di robotica che si tiene nella nostra scuola (frequentato anche dal sottoscritto) e ad una lezione tipo al liceo artistico. Inutile dire poi quanto i ragazzi abbiano apprezzato il nostro cibo! Appena arrivati a Roma, mi hanno subito chiesto di voler provare un gelato artigianale italiano! Per non parlare di quando hanno provato la pizza, le lasagne, gli spaghetti… insomma, è stato un arricchimento del bagaglio culturale di ognuno di noi. Per questo ritengo queste esperienze molto importanti.
Inoltre non c’è mai niente da perdere. Io, come ho già detto, sono stato fortunato, ma in ogni caso l’esperienza è utile. È anzi difficile il contrario, cioè che non ne rimanga niente. Anche confrontarsi con persone mentalmente chiuse è importante, perché insegna ad avere a che fare con persone di tutti i tipi.
Altro punto importante è che ci si abitua comunque all’idea del viaggiare. Si possono visitare posti fantastici, incontrare persone interessanti, si acquisiscono un mucchio di responsabilità.
Forse l’unico limite sono i costi. È chiaro che non si può fare tutto, bisogna comunque fare una selezione di ciò che si preferisce, e ciò che io consiglierei è di considerare bene i prezzi prima di stipulare contratti. Per fortuna per noi studenti esistono numerose opportunità, offerte e sconti, di cui secondo me bisogna approfittarsene quanto prima. La mia scuola per esempio organizza questi scambi interculturali chiamati “gemellaggi” della durata di una settimana o poco più, ogni anno, con altre scuole di vari Paesi (come Albania, Svezia, Cina, Ungheria e a volte anche la Francia) con delle quote fantastiche, dato che dietro tra l’altro non c’è nessun privato con i propri interessi economici. Sinceramente, sono molto contento di queste opportunità e scrivo questo articolo nella speranza che anche altre scuole, che non organizzano nulla del genere, possano offrire ai propri alunni la possibilità di prendere parte ad esperienze di questo tipo, che io ritengo molto più formative di una normale settimana di lezione a scuola.
Detto ciò, dato che purtroppo sono risultato perdente nella graduatoria delle vacanze studio dell’INPS (volevo trascorrere due settimane in Irlanda quest’estate, un vero peccato), sono quasi sicuro di provare un altro scambio interculturale, che sarebbe il mio quinto. Consiglio di prendere esempio e di provare quante più esperienze possibili pur accettando che non sempre sono usufruibili, anche perché ad ogni modo l’importante è solo non rimanere mai senza far niente.

Ti potrebbe interessare...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *